San Nicola si celebra il 6 dicembre e si ricollega alla figura storica di Nicola, vescovo e medico del VI secolo. Fu un santo “viaggiatore”, che ebbe nella sua vita un amore particolare per i bambini. Nella sua figura si può cogliere il messaggio che nessuno è mai solo. Abbiamo raccontato la sua storia nella risorsa dedicata alla Celebrazione dell’Avvento, ma ora entriamo nella specifico domandandoci come possiamo celebrare la festa di San Nicola?
Il giovane Nicola
Questa è una storia che può essere raccontata il giorno prima della celebrazione di San Nicola, o al posto della Leggenda di San Nicola (la trovi qui→) per i bambini più piccoli.
Un giorno di tanto, tanto tempo fa, in una terra lontana che si affacciava sul Mar Mediterraneo, nacque un bambino in una grande casa. I suoi genitori gli diedero il nome di Nicola, ed essendo molto ricchi, diedero al piccolo Nicola ogni sorta di giochi e giocattoli, più di quanto si possa immaginare. Aveva corde e palline, carri e trottole. Aveva piccole fattorie e villaggi fatti interamente di legno.
E naturalmente, aveva bei vestiti e un sacco di cose deliziose da mangiare. Ma il piccolo Nicola non dava grande attenzione a tutte queste cose. Si prese cura di loro, ma nessuno dei suoi bellissimi giocattoli era così bello come le cose che poteva ricordare. Vedete, Nicola aveva un dono speciale. Poteva ricordare il tempo in cui era in Cielo con gli angeli, giocando a nascondino tra le stelle. E riusciva a ricordare le meravigliose canzoni che cantavano gli angeli, specialmente durante la vigilia di Natale, quando il Bambino Gesù veniva a giocare con loro. E poiché riusciva a ricordare come gli angeli fossero così felici quando davano via il loro amore, era molto più interessato a ciò che poteva dare ad altre persone che a ciò che gli veniva donato.
Quando era ancora un bambino, adorava regalare baci e piccole canzoni a sua madre e suo padre; a volte, durante le passeggiate, portava con sé un biscotto per regalarlo a qualche bambino che chiedeva l’elemosina.
A sei anni
Un giorno, quando era inverno e c’era neve a terra, il piccolo Nicola aveva sei anni e stava tornando a casa a piedi. Vide davanti a sé un ragazzo grande, di molti anni più grande di lui. Questo ragazzo era un bullo, un ragazzo cattivo, che faceva cose offensive ai bambini più piccoli di lui. Proprio in quel momento stava colpendo un bambino e dicendo “Dammelo!”. Nicola poteva vedere chiaramente che stava cercando di portare via la giacca del bambino più piccolo, ma stò anche che il grande ragazzo era molto magro e debole, e infreddolito, e non aveva cappotto o giacca propria.
Nicola osservò il suo bel mantello di lana calda che sua madre aveva fatto per lui e il suo cappello di pelliccia, abbinato ai guanti di pelliccia. Sapeva cosa avrebbe fatto. Marciò deciso verso il bullo e disse: “Cosa stai facendo?” Il bullo si girò per dire qualcosa di maleducato, come: “Vai via di qui!” o “Questi non sono affari tuoi!”, ma lo sguardo negli occhi di Nicholas lo fermò. Poteva vedere la luce del Cielo che ardeva in loro e perse la sua forza. Disse semplicemente la verità: “Ho freddo”.
Nicola allora si tolse il mantello caldo e lo mise intorno alle spalle del ragazzo. Mise il cappello di pelliccia sulla testa e gli regalò i suoi guanti. Poi disse: “Ora che sei al caldo, devi imparare ad essere gentile.”
E così accadde. Il grande ragazzo imparò ad essere gentile, e quando crebbe diventò un grande medico, tanto che la gente di tutto il mondo andava da lui per essere guarita. Non dimenticò mai quello che il piccolo Nicola aveva fatto per lui.
Quella notte Nicola tornò a casa senza il suo bel mantello, né cappello né guanti. Sua madre stava per rimproverarlo per averli persi, ma vide anche lei la luce del Cielo che ancora riempiva i suoi occhi. Anche se non sapeva cosa ne avesse fatto, nel suo cuore sapeva che aveva fatto la cosa giusta.
A sette anni
Quando era passato un anno e Nicola aveva sette anni, trovò una bambina seduta nella neve, che piangeva come se il suo cuore si stesse spezzando. Sembrava abbastanza calda e ben nutrita, così le chiese quale fosse il problema. Gli disse che sua madre e suo padre erano morti e che lei era sola al mondo: “Un’anziana e gentile signora si prende cura di me e di altri bambini orfani. Ci dà da mangiare e un posto caldo per dormire. Ma mi mancano tanto mia madre e mio padre”.
Nicola tirò fuori dalla tasca un bel flauto d’argento che suo padre gli aveva appena regalato per il suo compleanno. Poi disse alla piccola fanciulla: “Ora tua madre e tuo padre sono angeli, e vivono in Cielo; ma il Cielo non è affatto lontano. Ogni volta che desideri che si avvicinino a te, devi solo suonare il flauto o cantare una bella canzone e li sentirai vicino.”
La bambina diede un bacio a Nicola e lo ringraziò. Imparò a suonare il flauto d’argento, nota per nota, e ogni volta che lo suonava, poteva sentire sua madre e suo padre molto vicino. Non si sentì mai più sola. Quando questa bambina crebbe, diventò una meravigliosa musicista. Suonava e cantava per persone di tutto il mondo e, ovunque suonasse, la gente si sentiva sempre felice e confortata. E non ha mai dimenticato quello che il piccolo Nicola le aveva donato.
A otto anni
Quando Nicola aveva otto anni, stava tornando a casa da un amico. Girato l’angolo incontrò, seduto sul ciglio della strada, un bambino zoppo, che non poteva usare le gambe. Per sopravvivere era costretto a mendicare cibo e monete dai passanti. Quando Nicola lo trovò, faceva molto freddo e sembrava che potesse iniziare a nevicare da un momento all’altro. Il bambino sembrava molto infelice e Nicola gli chiese il perché. Il bambino rispose: “Non posso usare le gambe e non posso mai andare dove voglio andare. Non riesco mai a vedere tutte le cose che voglio vedere e questo mi rende triste.”
Così Nicola corse a casa più veloce che poteva. Il ragazzo zoppo pensò che stava scappando via da lui, ma presto tornò con un bel carretto rosso che aveva appena ricevuto come regalo di compleanno. Sollevò il ragazzino zoppo e lo aiutò a salire sul carretto e lo portò in una strada trafficata. Chiamò tutti i bambini che vivevano vicino, grandi e piccoli, e diede loro una moneta e un biscotto. Sua madre gli metteva sempre in tasca cose così buone! Poi fece promettere ai bambini di portare il bambino zoppo ovunque volesse andare, facendo a turno. In cambio, gli avrebbe portato monete e biscotti ogni volta che poteva.
Tutti promisero e così il bambino zoppo potè vedere tanti posti interessanti e porre domande a tutte le persone che incontrava. A volte una persona gentile lo portava nella sua casa e gli insegnava tante cose dai libri. Il bambino zoppo imparò tanto e quando crebbe diventò un insegnante. La gente veniva da tutto il mondo per studiare con lui, perché era molto saggio. E non dimenticò mai ciò che il caro Nicola aveva fatto per lui.
Così come il ragazzo con il mantello di calda lana, la bambina con il flauto d’argento e il bambino sopra il carretto, anche Nicola crebbe e non smise mai di aiutare gli altri.
La letterina per San Nicola
Questa è un’antica usanza diffusa in Nord Europa, Canada e Sud America.
Quando i bambini vanno a letto alla vigilia del giorno di S. Nicola (5 dicembre), mettono sui davanzali brevi note che hanno scritto, rivolte al Bambino Gesù. Queste lettere, contenenti la lista di regali di Natale desiderati, saranno portate in cielo da San Nicola. Oltre alle letterine, i bambini mettono accanto alla porta le loro pantofole, o scarpe. La mattina, al risveglio, le troveranno colme di piccoli doni: noci, mandarini, mele e magari qualche dolcetto prelibato!
La ghirlanda di arance
Aiutiamo San Nicola a trovare la via per arrivare fin a casa nostra. Creiamo una ghirlanda con le arance, e appendiamola alla porta di casa o alle finestre.
Materiale:
- Arance
- Coltello
- Griglia
- Forno
- Spago
- Tagliamo le arance in rondelle, grosse circa 5 m.
- Adagiamole sulla teglia, avendo premura che non si tocchino l’una con l’altra.
- Riscaldiamo il forno a 60º e inforniamo le arance il tempo necessario affinché si asciughino bene.
- Adagiamole poi su un piano e lasciamo raffreddare.
- Buchiamo le arance con uno stuzzicadenti, all’altezza da noi desiderata, e infiliamo delicatamente lo spago.
Ecco una splendida ghirlanda di arance per decorare la nostra casa.
Ciambella all'arancia
Dopo aver appeso la ghirlanda che decorerà la nostra casa e accoglierà chiunque si avvicini con un dolce profumo di agrumi autunnali, passiamo alla cucina! Per cucinare la nostra ciambella all’arancia serviranno solo pochi ingredienti.
Ingredienti:
- 400gr di farina
- 200gr di zucchero di canna
- 130gr di burro
- 3 arance
- 3 uova
- 1 bustina di lievito
- Preriscaldiamo il forno a 180°. Nel frattempo, imburriamo uno stampo a ciambella e poniamolo in frigorifero.
- Spremiamo le arance e filtriamo il loro succo.
- In una ciotola, montiamo a neve le uova con lo zucchero e il burro, fino a raggiungere un composto spumoso. Diluiamolo con il succo filtrato delle arance.
- Aggiungiamo farina e lievito setacciati, e amalgamiamo con cura.
- Versiamo il composto nello stampo e inforniamo per circa 30 minuti.
- Trasferiamo la ciambella sul piatto e bucherelliamola con uno stecchino. Possiamo inumidire la ciambella con qualche cucchiaino di succo d’arancia prima di servirla.
E con la nostra ciambella abbiamo concluso le celebrazioni per San Nicola…
tra una settimana ci aspetta Santa Lucia.