I 4 temperamenti umani: come distinguerli
I quattro temperamenti, chiamati anche i quattro umori, erano conosciuti sin nei tempi antichi. In medicina e nell’educazione formavano la base della conoscenza e della comprensione profonda dell’essere umano.
Quando Ippocrate parlava di questi quattro umori, considerava la collera, o la bile, come la causa fisica delle malattie che portavano all’irritabilità e all’ira (temperamento collerico). La malinconia, o la bile nera, chiamata così non per il suo colore, ma per la sua qualità oscura, dava origine agli stati d’animo lugubri del malinconico. La flemma, o l’eccesso di fluidi, caratterizzava il flemmatico. Il sanguinico invece prendeva il suo nome dal sangue.
Allo stesso modo, per il medico medievale, il collerico era caldo e secco, il flemmatico all’opposto era freddo e umido. Il sanguinico occupava una posizione intermedia, possedendo il calore del collerico e l’umidità del flemmatico. Nel polo opposto il malinconico, che veniva descritto come freddo e secco.
Le qualità del freddo o del calore si riferivano alla natura della persona, non alla temperatura del suo corpo. L’imparzialità del flemmatico, che non perde quasi mai la calma, comparata con gli scatti d’ira del collerico, veniva percepita come fredda, così come la condotta controllata del malinconico comparata con la rapida reazione del sanguinico. Allo stesso modo, le qualità della secchezza e dell’umidità si riferivano alla quantità di forza vitale (eterica) che i temperamenti possedevano. Il flemmatico ha un’abbondanza di forza vitale, e generalmente il suo peso lo rivela. Il sanguinico condivide la stessa umidità, però nel suo caso la forza vitale è dispersa completamente verso l’esterno. Anche nel collerico predomina l’attitudine verso l’esteriorità, ma in forma differente: capita spesso che diventi uno schiavo del suo desiderio di fare più di ciò che può. La forza vitale in questo caso è dominata dal suo temperamento, e il suo calore la secca prima ancora che possa operare. La stessa secchezza la ritroviamo nel melanconico, che è carente di forza vitale, e la usa esclusivamente per la sua attività interiore.
Il temperamento collerico
Il collerico affronta il mondo con atteggiamento gagliardo; è colui che vuole affermarsi. Al suo interno possiede un centro forte e robusto, e al suo esterno vuole farsi valere contro ogni opposizione. Il collerico vuole apparire, è l’Io condottiero.
Il fisico del collerico
Fisicamente, i collerici si presentano con una crescita contenuta. Ciò non riguarda l’altezza, ma il complessivo sviluppo della sua figura, che appare quasi trattenuta, tarchiata. Il collerico ha l’occhio fermo e sicuro. Il suo colore, talvolta nero come il carbone, rivela una vivissima luce interiore che illumina tutto. Rudolf Steiner afferma che esiste una legge per la quale il collerico, che accentra la forza del suo Io interiormente, non lascia possibilità al corpo astrale di colorire l’occhio, come avviene negli altri uomini. Il passo è fermo e sicuro. Il collerico non appoggia solo il piede sul terreno, ma ve lo imprime con forza, quasi volesse penetrare ben dentro nel suolo.
La degenerazione del temperamento collerico
Ogni temperamento presenta un pericolo più o meno grave di degenerazione, che porta a inasprire alcuni suoi aspetti. Il collerico potrebbe abbandonarsi all’ira e, senza sapersi dominare, arrivare a voler affermare con prepotenza il proprio Io. La sua indole può risultare molto aggressiva, ma questo è il male minore; il maggiore è la stoltezza, attraverso la quale il collerico consegue una qualunque meta specifica a partire dal proprio Io. Nelle degenerazioni più gravi, nel temperamento collerico possono manifestarsi varie patologie della natura umana fino ad arrivare alla pazzia furiosa.
Il bambino collerico
Il neonato collerico è imperioso nella sua richiesta di attenzioni e l’incessante attività. Difficilmente ottiene l’ammirazione dei suoi parenti e, anche se non disdegna gli elogi e li cerchi con costanza, il bambino collerico non perde tempo con i sentimentalismi. Non è molto paziente e, se non gli si presta l’attenzione richiesta, probabilmente proromperà con una delle sue esclamazioni più acclamate dal pubblico (in base alla sua valutazione) e questa rappresenterà la valvola di sfogo che eviterà una esplosione di maggior portata.
Senza dubbio è un bambino con grandi abilità, e si assegnerà da solo compiti difficili, convinto di poter riuscire in tutto, e lavorerà con grande vigore. I suoi sforzi però non sono sempre coronati dall’esito, dato che la sua esuberanza generalmente supera la capacità di sopportazione degli oggetti con cui traffica, o del materiale che utilizza, e soggiunge la delusione.
Le sue avventure nella natura con gli amici lo mettono spesso in situazioni difficili e i lividi sono all’ordine del giorno. Quando entra in un gioco il bambino collerico domanderà immediatamente “Chi è il capo?”
Lo attraggono giochi ritmici come il salto della rana, la lotta libera, salire sugli alberi e tutta una serie di giochi bruschi. In altalena cercherà di andare più veloce per afferrare i rami dell’albero davanti. Gli piacciono anche i giochi più calmi, come UnDueTreStella, anche se dopo alcune partite avrà bisogno di mostrare la sua forza e percorrerà tutto il cammino correndo velocemente.
L’educazione di un bambino e fanciullo collerico
Un bambino collerico ha bisogno di mettere in azione le sue forti forze interiori, e di svilupparle. Occorre pertanto fargli conoscere le difficoltà della vita. Dobbiamo attorniarlo di cose difficili, ostacoli ardui da superare, cose che gli oppongono resistenza, tanto grandi che il suo impegno potrebbe risultare inutile. Quanto più saranno vani i suoi sforzi di combattere contro gli ostacoli che gli poniamo dinanzi, quanto più sarà utile questo allenamento ad equilibrare il suo temperamento collerico. In tal modo il collerico imparerà a rispettare l’impeto dei fatti che gli si oppongono.
Esiste anche una via indiretta per equilibrare il temperamento collerico. Dinanzi a un bambino collerico, la parola chiave è venerazione e rispetto di fronte all’autorità. Dobbiamo mostrarci meritevoli di stima dinanzi a lui; è importante che abbia fiducia nel fatto che l’educatore è in grado di superare ostacoli che egli ancora non è in grado di superare. Dobbiamo mostrarci esperti e istruiti su tutte le cose che circondano il bambino, e badate bene a non farvi cogliere in fallo! Il bambino collerico deve sapere che saremo in grado di dargli le spiegazioni che chiede, e di dargli i consigli di cui ha bisogno. Bisogna stare attenti a non mostrarsi mai in alcun modo perplessi o incerti. Il fanciullo deve sempre essere convinto che l’educatore è capace.
Il temperamento sanguinico
Chi è dotato di temperamento sanguinico sarà predisposto a vivere nel fluttuare alterno delle sensazioni e dei sentimenti, nelle immagini della sua vita rappresentativa. Quando il temperamento sanguinico è equilibrato, le forze dell’Io impediscono il prodursi di una confusione fantastica di tutte queste immagini; soltanto quando l’Io le doma può stabilirsi in esse ordine e armonia. Se questo dominio non venisse esercitato dall’Io, le immagini fluttuerebbero di continuo e l’uomo non potrebbe esercitare alcuna padronanza su di esse. Nella sfera fisica, il sangue argina per così dire l’attività del sistema nervoso. La circolazione sanguigna governa la fluttuante vita sensitiva e domina l’attività dei nervi. Cosa accade quando le forze dell’Io non sono abbastanza forti? Lo stesso che accade quando si è poveri di sangue, carenti di globuli rossi o anemici: l’uomo cade il balìa di fantasticherie, persino di illusioni e allucinazioni. Affinché non si diventi schiavi del proprio sistema nervoso, della marea della vita sensitiva, bisogna che vi sia equilibrio tra il corpo astrale e l’Io o, per usare termini fisiologici, tra il sistema nervoso e il sangue.
Il fisico del sanguinico
Fisicamente, nella sua figura, come pure nei suoi gesti, il sanguinico è espressione di mobilità; il passo è leggero e saltellante. Il volto ha lineamenti mobili, espressivi e mutevoli. Di contro, il sanguinico ha una certa facoltà interiore di trasformare la propria fisionomia.
Il sanguinico presenta uno sguardo gaio, che rapidamente si volge a un oggetto e altrettanto rapidamente se ne distoglie. Nei suoi occhi, prevalentemente azzurri, brillano la gioia e l’interiore contentezza che sono espressione dell’interiorità umana, che proviene dalla mobilità del corpo astrale, predominante appunto nel sanguinico.
La degenerazione del temperamento sanguinico
Il pericolo meno grave della sua degenerazione è la volubilità, ma nei casi peggiori il flusso e reflusso delle sensazioni può sfociare nella follia.
Il bambino sanguinico
Il neonato sanguinico, dagli occhi azzurri, gioca felice con le sue dita o con qualsiasi altra cosa arrivi ad attrarre la sua attenzione per qualche momento. È una creatura brillante e felice, per la quale sempre splenderà il sole. Non mostra timidezza, gradevole nei modi e nell’aspetto, è spesso oggetto di orgoglio da parte dei genitori, sebbene si tenda a mostrare solo l’aspetto superficiale delle sue qualità.
Il bambino sanguinico sarà sempre ricevuto con un grande benvenuto e la sua affabilità non si placa facilmente. È di buona compagnia, interessato in qualsiasi cosa si stia facendo; converserà in maniera gradevole su una grande varietà di temi, anche se con molta probabilità non terminerà nessuna conversazione, saltando da un tema all’altro in base al suo capriccio. Questa sarà la sua tendenza dinanzi a qualsiasi cosa. Gli piacerà iniziare un nuovo lavoro, ma il suo entusiasmo passerà in fretta.
Durante il gioco potrebbe prendere l’iniziativa di cantare e ballare, e userà le braccia e le mani per accompagnare le sue parole e il fiume in piena delle sue idee. È disposto a entrare in qualsiasi gioco e non si sentirà frustrato se i propri suggerimenti non verranno accettati. La sua viva immaginazione presto produrrà un secondo suggerimento, poi un terzo, che promuoverà con ancor maggiore entusiasmo.
Il bambino sanguinico sarà attratto dai giochi in cui il ritmo riveste un ruolo importante, come le altalene. Il suo entusiasmo potrebbe allontanare i flemmatici e i malinconici, e potrebbe arrivare a essere egoista.
L’educazione di un bambino e fanciullo sanguinico
Poniamo il caso di avere dinanzi a noi un bambino con temperamento sanguinico, incline alla volubilità, alla mancanza di interesse verso le cose importanti ma facile a incuriosirsi alla svelta per altre. Il bambino sanguinico capisce alla svelta, ma altrettanto rapidamente si dimentica. È difficile attirare la sua attenzione su un argomento, poiché perde di continuo interesse e passa a un’altra cosa. Sarebbe del tutto inutile cercare di farlo interessare a lungo a una cosa attraverso le punizioni o gli ammonimenti. Per aiutarlo a equilibrare il suo temperamento, dobbiamo appellarci alle sue qualità. In genere, nonostante la sua volubilità, il bambino sanguinico avrà un interesse particolare per qualcosa, capace di suscitargli una curiosità durevole; si tratta solo di scoprirlo. Quando si comprende l’oggetto del suo interesse durevole, dobbiamo presentargliela come importante, speciale, sotto una luce speciale.
Un’altra possibilità per lavorare con il bambino sanguinico è circondarlo di cose e oggetti per i quali sia giustificato un interesse passeggero; oggetti che gli lascino vivere appieno la sua indole sanguinica, e che non meritano una continua attenzione. Poi togliamogliele, in modo che in lui nasca il desiderio di riaverle. Poi ridiamogliele. Questo rappresenta un ottimo allenamento per un temperamento sanguinico.
L’esperienza mostra inoltre che il bambino sanguinico, per quanto volubile sia, mostra un interesse particolare per una persona a lui specialmente cara. Attraverso l’amore verso questa persona, si potrà destare in lui l’interesse durevole, e in tal modo il temperamento unilaterale del bambino si equilibrerà. In questo modo porteremo le sue forze dall’esterno verso l’interno. Ci si deve far amare dal bambino sanguinico; questo è il nostro compito in quanto educatori.
Il temperamento flemmatico
Quando nell’uomo prevale il corpo eterico, il quale regola interiormente i processi della vita e della crescita, e da cui dipende l’intimo senso di benessere o di malessere, allora egli si sente portato ad adagiarsi nella propria interiorità. Quando si manifesta una vita interiore che vive nel benessere e poggia su se medesima, può accadere che il soggetto sia poco incline a dirigere verso l’esterno ciò che ha dentro di sé, a sviluppare una volontà tenace. Quanto più si adagerà al suo interno, tanto più si adeguerà al mondo esterno, sviluppando una sorta di fredda apatia.
Il fisico del flemmatico
Fisicamente, un eccesso di forze di benessere che si accumulano nel corpo, portano il flemmatico a diventare corpulento e ingrassare. Il suo passo è spesso trascurato e strascicato, non poggia bene il piede quasi non voglia adattarsi al terreno, o non voglia mettersi in rapporto con le cose esterne.
Lo sguardo è spento e incolore; la sua espressione esprime la placidità del corpo eterico, rivolta soltanto all’interno.
La degenerazione del temperamento flemmatico
Per il flemmatico il pericolo minore della degenerazione del temperamento risiede nell’apatia di fronte al mondo esterno, mentre l’idiozia e l’ebetismo costituiscono il pericolo maggiore.
Il bambino flemmatico
Un neonato flemmatico dorme bene di notte e, se l’ora dei pasti viene rispettata con regolarità, non disturba la quiete della casa. Lo si considera un bambino modello, e aumenta di peso in maniera più che soddisfacente. Cresce come il simpatico bambino paffuto, che non disturba nessuno, ed è talmente silenzioso che ci si potrebbe dimenticare della sua presenza. Si diverte per ore giocando con qualsiasi cosa, e quando non sa con cosa giocare utilizza le sue dita. Occasionalmente lo attraversa un picco di energia, e sembra che il bambino stia cambiando ma dura poco e presto il bambino flemmatico torna al suo letargo.
Il bambino flemmatico ama molto mangiare e predilige gli alimenti fecondi, che accentuano la sua tendenza flemmatica. È un bimbo simpatico, lento nelle conversazioni. Dimostra a volte un’attitudine inaspettata nel gioco libero: non sarà sicuramente il capo, però giocherà bene e farà qualsiasi cosa gli venga richiesta, anche se non sempre mostra grande abilità. Aspetta pazientemente il suo turno. Imita e copia quel che fanno gli altri, ma non contribuirà con idee proprie. Non ama cambiare gioco con frequenza, ma si adatterà a ciò che decideranno i compagni. La sua natura è pacifica e non si irriterà nemmeno se si rende conto che qualcuno sta approfittando di lui: la vita è troppo corta per preoccuparsi di tali piccolezze.
L’educazione di un bambino e fanciullo flemmatico
Sul bambino flemmatico è più difficile avere una qualche influenza poiché non vi è nulla su cui fare presa. È difficile che si interessi per cose o eventi. Per questo, quando è piccolo dobbiamo avere cura di circondarlo di oggetti che gli servono e gli occorrono, e quando è più grande lo circonderemo di altri bambini. Per quanto infatti il flemmatico sia indifferente di fronte al suo ambiente, l’influenza che esercitano su di lui i suoi compagni potrebbe essere la chiave per destare un qualche interesse. Metterlo in contatto con bambini della sua età, prendere parte ai diversi interessi dei suoi compagni, eserciterà su di lui un’azione benefica e lo aiuterà a destare anche un proprio interesse. Quando le cose si rispecchiano in altre persone, esse si riflettono anche nell’anima del bambino flemmatico.
Il temperamento malinconico
Il malinconico non possiede il controllo del proprio corpo, e non essendo capace di servirsene, si sente ostacolato. Impiega molta forza nel superare gli ostacoli che gli si oppongono, e quelli che non riesce a superare gli procurano dolore e sofferenza, gli impediscono di volgere serenamente lo sguardo al mondo circostante. Questo ripiegarsi su se stesso lo rattrista, l’umore si fa tetro, dolore e malavoglia lo assalgono. La vita produce continuamente impressioni penose, e se ci si abbandona ad esse si diventa appunta malinconici. Si ha questo stato d’animo perché il corpo fisico oppone resistenza al benessere interiore del corpo eterico, alla mobilità del corpo astrale e alla ferma sicurezza dell’Io. Ne consegue una disarmonia che porta il sistema fisico a indurirsi, e ciò che dovrebbe essere mobile smette di esserlo.
Il fisico del malinconico
Il malinconico ha per lo più il capo inclinato in avanti, poiché non ha in sé la forza per tenerlo dritto sulla nuca. La testa inclinata dice che le forze interiori, che dovrebbero tenerla eretta, non possono svilupparsi liberamente. Lo sguardo si volge in basso e l’occhio è annebbiato. Il passo è misurato e fermo, ma non deciso.
La degenerazione del temperamento malinconico
Il malinconico è minacciato dal pericolo minore dell’umor cupo, dall’incapacità di liberarsi dalla propria interiorità. L’espressione più polarizzata del temperamento malinconico è invece la demenza.
Il bambino malinconico
Il neonato malinconico è generalmente magro, debole e piccolo, come se il suo stomaco abbia difficoltà a digerire perfino i pasti migliori che si possano offrire a un neonato.
Il bambino malinconico pensa tanto e, dato che la sua attenzione è rivolta a se stesso, diviene l’oggetto delle sue stesse considerazioni. Il suo cuore lo spinge a riunirsi con altri bambini e ridere, giocare e divertirsi con loro, li ammira e li invidia in segreto, però c’è qualcosa che glielo impedisce, e rimane spettatore. È lento a farsi amici, però quando stringe un’amicizia è duratura. Mal tollera la predominanza del collerico, e spesso ne ha timore.
Quando la sua maniera riflessiva di essere si applica a un circolo più ampio, il fanciullo malinconico offre spunti interessanti e commenti utili, anche se il suo tono di voce sarà basso e lieve. Quando qualcosa lo irrita, le sue parole diventano amare, con un pizzico di rancore. È capace di concentrarsi per ore in un lavoro che gli piace, come ad esempio i lavori manuali, e la qualità del lavoro sarà eccellente dall’inizio alla fine. Di fatti, è molto esigente con se stesso, e utilizza una precisione a volte maniacale.
Il bambino malinconico amerà giocare a UnDueTreStella e avanzerà piano fino alla fine senza farsi notare, per questo potrebbe avere alcune difficoltà a giocare con un collerico, che non rispetta le regole del gioco. Arriverà a dichiarare apertamente se gli altri compagni si sono mossi, perché le regole sono importanti per il bambino malinconico. È particolarmente puntiglioso riguardo le regole, e se vengono violate dai suoi compagni, userà l’ingegno per trovare dei mezzi sottili per vincere la partita, senza che nessuno si renda conto dei suoi tranelli.
Generalmente, il bambino malinconico non ama correre rischi, ed è probabile incontrarlo in un angolo a giocare tranquillo, o facendo una passeggiata con la sua migliore amica. A volte osa provare cose nuove, ma che non siano troppo pericolose, e gli disturberebbe pensare che qualcuno lo stia osservando.
L’educazione di un bambino e fanciullo malinconico
Il temperamento melanconico si manifesta nel bambino attraverso una chiusura in se stessi e una tendenza ad arretrarsi dinanzi agli ostacoli. Egli è predisposto alla sofferenza, all’indifferenza; queste disposizioni vivono nella sua intimità e non potremmo violarle. Sarà infatti inutile cercare di distoglierlo dal suo disagio e dolore interiore; ma potremmo riuscire a indirizzare la sua attenzione dall’interno verso l’esterno facendogli osservare il dolore che esiste nel mondo.
Al fanciullo malinconico si deve mostrare come l’uomo in generale possa soffrire. Facciamogli sperimentare nella vita il dolore giustificato, la sofferenza reale, affinché egli impari che esistono cose che veramente possono farlo soffrire. Se cerchiamo di distrarlo, non otterremo che di rinchiuderlo in se stesso. Per distrarlo dalla sua interiorità, dovremo mostrargli sofferenza altri; che veda e constati che nella vita vi sono cose che provocano dolore. Ovviamente, manteniamoci nei limiti del buon senso, non esageriamo!
L’educatore perfetto per il fanciullo malinconico è una persona provata dalla vita, le cui parole e azioni siano avvalorate dalle dure esperienze superate. Per il fanciullo malinconico è importante che l’educatore mostri la sua sofferenza, racconti delle vicende dolorose della sua vita, le mille difficoltà che il destino gli ha posto dinanzi. È una grande fortuna per il malinconico poter vivere al fianco di chi ha superato esperienze difficili, che narri storie reali di guai e dolori provocati dal mondo esterno. In tal modo il bambino malinconico esce dalle sue inclinazioni morbose fondate sulla sua interiorità, e trae conforto dalla sofferenza sterna giustificata, e riprende coraggio.
Una conoscenza profonda della natura dei temperamenti è indispensabile, sia per orientarsi saggiamente nella propria vita, sia nell’arte pedagogica. Nei fanciulli è importantissimo saper guidare e dirigere i diversi temperamenti che in essi si sviluppano.