La festa di San Michele si festeggia il 29 settembre. In questo periodo dell’anno, la stagione ha un’atmosfera diversa: l’aria è più fresca, le giornate si accorciano e le chiare notti d’Autunno sfoggiano un meraviglioso cielo stellato. Possiamo rivolgere la nostra attenzione al cielo e alle stelle cadenti che attraversano l’oscurità. Sugli alberi, le foglie ingiallite cadono al vento d’Autunno.
Si potrebbe dire che la festa apra le porte alla stagione autunnale, ma da un punto di vista spirituale l’Autunno inizia qualche settimana prima, quando la pioggia di meteoriti delle Perseidi, in prossimità della notte delle stelle cadenti di San Lorenzo, rinnova la celebrazione della vittoria di San Michele sul drago.
La festa di San Michele celebra la volontà umana e le forze eroiche che riposano in ogni uomo, le stesse che hanno guidato San Michele a vincere la battaglia contro il drago dell’apocalisse, simbolo del male, scacciandolo dai cieli.
La celebrazione della festa di San Michele
In occasione della festa di San Michele è consuetudine aspettare il sorgere del sole, per poi cimentarsi in prove eroiche che si concluderanno con l’attraversamento del tunnel del drago.
Ci sono tante sorprese e inattese magie che dobbiamo preparare in gran segreto. Questo aspetto è molto importante: gli enigmi e le cose a prima vista incomprensibili suscitano nei bambini forze nascoste. Tra le sorprese che dobbiamo preparare vi sono delle fasce argentate da legare intorno alla testa, che vengono date a tutti i “Cavalieri di San Michele” e indossate durante la festa. Ricordiamo di prepararle anche per gli adulti!
Con delle coperte poi costruiamo un piccolo monte ricoperto di cristalli, che brillano e scintillano quando viene accesa una grande candela al centro. E quando inizia la festa, ci mettiamo intorno al piccolo monte e raccontiamo la leggenda di San Giorgio, il cavaliere che liberò la principessa dal drago, al quale San Michele diede il suo aiuto.
Dopo il racconto, facciamo il girotondo di San Michele.
Al termine, ognuno riceverà in dono una mela da mangiare per merenda.
La mela è il frutto della conoscenza e compare in tutte le feste che precedono il Natale. L’umanità raggiunge la libertà mangiando il frutto della conoscenza; a causa di ciò, viene scacciata dal Paradiso, e da allora il percorso che gli uomini dovranno seguire è il sentiero che li guida alla propria trasformazione. Percorrendo questo sentiero, essi potranno venire purificati per servire la causa della bontà e della verità.
La poesia di San Michele
A conclusione delle giornata dedichiamo a San Michele una poesia:
Quando il sol tramonta in cielo
e alle nubi dà fulgore
ecco brilla il tuo mantello
rosso e giallo di splendore.
La tua spada è sfavillante
fiero e indomito guerriero
il tuo sguardo rilucente
ci rammenta sempre il vero.
Oh, tu prode San Michele
che nei cieli hai vinto il male
dacci forza e puro cuore
che s’affermi alfin l’amore.
Rudolf Steiner per San Michele
Riporto le parole che Rudolf Steiner pronunciò per la festa di San Michele:
“Per l’era di Michele dobbiamo sradicare dall’anima tutta la paura e il timore di ciò che il futuro può portare all’uomo. Dobbiamo acquisire serenità in tutti i sentimenti e le sensazioni rispetto al futuro. Dobbiamo guardare in avanti con assoluta equanimità verso tutto ciò che può venire e dobbiamo pensare che tutto quello che verrà ci sarà dato da una direzione del mondo piena di sapienza. È questo che dobbiamo imparare in questa era: a saper vivere in assoluta fiducia, senza alcuna sicurezza nell’esistenza; a saper vivere nella fiducia, nell’aiuto sempre presente
del mondo spirituale. In verità nulla avrà valore altrimenti. Discipliniamo la nostra volontà e cerchiamo il risveglio interiore tutte le mattine e le sere.”
O Michele, io mi raccomando alla tua guida con tutta la forza del cuore, così che questo giorno possa diventare l’immagine della tua volontà di porre ordine nel destino.
La leggenda di San Giorgio
C’era una volta un regno il cui popolo viveva chiuso tra le mura di una grande città.
Nessuno usciva mai poiché un drago aveva fatto di una grotta lì vicino la sua tana e tutti lo temevano. Per placare la sua ira, ogni giorno gli veniva data una giovane fanciulla, ma con il passare del tempo rimase solo la figlia del re. Nonostante il re fosse impaurito e contrariato, la principessa non volle esimersi dal destino che toccò a tutte le fanciulle del regno.
Il Signore, dall’alto dei cieli, rimase ad osservare finché chiamò a sé l’Arcangelo Michele e gli disse di scendere sulla terra alla ricerca di un nobile e coraggioso cavaliere pronto ad affrontare il terribile drago.
Michele scelse Messer Giorgio. Un giovane e nobile cavaliere che, avendo saputo dell’esistenza del drago e del pericolo che arrecava al popolo, partì immediatamente in sella al suo cavallo alla ricerca della città. Egli arrivò fuori le mura proprio mentre la principessa si apprestava a raggiungere la grotta del drago. Messer Giorgio la invitò a tornare in città dal re e chiese agli uomini che la accompagnavano dove fosse il drago. Questi dapprima lo esortarono ad andarsene ma, quando videro il coraggio brillare nei suoi occhi, gli indicarono la via da seguire.
Messer Giorgio, giunto in prossimità della grotta, guardò verso il cielo e invocò l’Arcangelo Michele affinché potesse consigliargli su come proteggersi dal fuoco e dal veleno del drago. Michele gli donò il mantello della verità. Con quello indosso, impugnata la spada il cavaliere sfidò il drago. Quando questo uscì dalla grotta, attaccò Messer Giorgio e dalla sua bocca uscirono fiamme e veleno, che però non lo scalfirono. Appena fu possibile il cavaliere lo colpì con la spada, che però finì in frantumi.
Vedendo tale coraggio e audacia anche gli uomini del villaggio presero le proprie spade e raggiunsero Messer Giorgio. Tentarono invano di colpire il drago, e anche le loro spade andarono in frantumi. “Come possiamo sconfiggere il drago?” chiesero in coro e il cavaliere disse loro di rivolgere le loro preghiere all’Arcangelo Michele.
Egli li sentì e volò verso il trono del Signore, che staccò un pezzo di sole e lo diede all’Arcangelo. Michele toccò la spada di Messer Giorgio con il frammento di sole ed essa tornò come nuova. Risplendeva e brillava di una luce divina e subito dopo anche tutte le spade degli uomini tornarono integre come prima. Messer Giorgio, alla guida degli uomini, si lanciò contro il drago. La luce della sua spada lo accecò e poté colpirlo, uccidendolo.Con immensa gratitudine il re andò da Messer Giorgio, lo invitò a sposare la principessa e a prendere in eredità metà del suo regno. Egli accettò e tornarono vincitori nella città tra il clamore e la gioia del popolo.
Il girotondo di San Giorgio
Per tutta la settimana possiamo dedicare il nostro girotondo a San Giorgio.
Un paggio e una dama andaron per man
là nella foresta, lontan, lontan!
“Mio bel cavaliere, ti prego: attenzion!
Qui nel bosco vive un feroce dragon!”
Un drago focoso dall’erba spuntò,
la dama piangente rifugio cercò.
Lui vinse la bestia e la prese per man,
e insieme andaron lontano, lontan.
Il giglio di San Michele
La leggenda narra che durante la battaglia di Altavilla il Conte Ruggero, stanco di combattere, dopo una lunga giornata invocò dal cielo la grazia della vittoria. Al calar della sera, gli apparve l’immagine trionfante di San Michele che lo condusse alla vittoria.
In segno di gratitudine il condottiero edificò una cappella votiva, che tuttora esiste nei pressi dell’Abbazia, eresse il Monastero Basiliano in onore a San Michele, e diede così vita al Borgo Sant’Angelo di Brolo (Me).
Simbolo di questa vittoria è l’Amaryllis belladonna, conosciuto comeIl giglio di San Michele.
Il fogliame cresce durante l’Autunno e l’Inverno, ed è indispensabile per l’ingrossamento dei bulbi e la fioritura che avverrà durante la Primavera. Poco prima della fioritura il fogliame si secca e i fiori nascono direttamente dall’apice dei bulbi, a volte anche scoperti dalla terra.
Questo lo rende un fiore davvero particolare, e se decidete di adottarne uno sono necessari alcuni accorgimenti.
La prima precauzione da prendere per assicurarne un corretto sviluppo è quello di far in modo che il terreno sia ben drenato; i ristagni sono molto mal tollerati dai bulbi che possono marcire e morire. L’Amaryllis belladonna è infatti una pianta originaria dell’Africa del sud e predilige climi caldi e asciutti. Per questa ragione va innaffiata molto raramente e soltanto nel periodo in cui si sviluppano i fiori e il fogliame. È bene riporla in modo che sia sempre esposta ai raggi del sole, che garantiranno la crescita di fiori più belli e sani.
La pianta va trapiantata direttamente nel terreno, oppure in vasi molto larghi e profondi.
Durante l’Inverno, dovremo trovare un luogo riparato, dove possa stare al caldo (proprio come noi).
Altre attività per la settimana di San Michele
Nel nostro manuale In Famiglia per l’Autunno, troverai per la settimana di San Michele:
- LUNEDÌ: dipingiamo con l’acquerello rosso
- MARTEDÌ: facciamo la marmellata di mele
- MERCOLEDÌ: realizziamo delle mele con il feltro
- GIOVEDÌ: modelliamo la spada di San Michele con la cera
- VENERDÌ: facciamo arrivare l’autunno nel nostro tavolo delle stagioni