Storia di un topino coda lunga e del suo prezioso erbario

Storia di un topino coda lunga e del suo prezioso erbario

Era una fredda giornata d’inverno.
Bianche nuvole abitavano il cielo. Di tanto in tanto, i raggi di un pallido sole attraversavano i rami ormai spogli delle roverelle, riscaldando il sentiero e i suoi abitanti.
Le bacche di piracanta cominciavano a cadere in terra, come coriandoli sgargianti tra il dorato foliage autunnale.

Al calduccio della sua casina, un topino coda lunga, colto e studioso approfittava di quelle corte e fredde giornate per mettere in ordine i suoi appunti, i suoi scritti, ponendo particolare attenzione al suo erbario che con cura aveva creato durante lo scorrere dell’anno.
Lo sfogliò, fiero ed entusiasta.
Mese dopo mese il piccolo topino aveva raccontato tra pagine ancora da rilegare, la ruota dell’anno, con le sue semine, fioriture e raccolti.
Sfogliava fiero ed entusiasta, dicevamo, fin quando arrivò alle pagine dedicate a dicembre, tra le quali si rese conto che una pianta era priva del suo nome.
In quel momento il topino non se ne preoccupò molto. Sapeva che prima o poi il nome gli sarebbe venuto in mente e avrebbe così completato la sua opera.
Così pensò di portarsi avanti con il lavoro, rilegando insieme le pagine del suo erbario.
Condusse un lavoro lento e certosino, lo terminò, ma il nome mancante ancora non veniva alla luce.

Storia di un topino coda lunga e del suo prezioso erbario

Si trattava di una pianta che in dicembre si spoglia delle sue foglie vestendosi di numerose bacche rosse.
È probabile che voi, cari lettori abbiate capito di che pianta si tratti, ma al nostro caro topino, il nome proprio non veniva alla mente. Sentiva, come si dice, di averlo lì, proprio sulla punta della lingua, ma nulla.
Trascorsero diversi giorni, durante i quali ogni faccenda quotidiana era velata da quel pensiero e strappava dal presente il nostro piccolo amico.
Fin quando, un giorno, per non rattristarsi e perdersi d’animo decise di fare una passeggiata lungo il sentiero.
“Camminare un po’ metterà ordine ai miei pensieri” disse tra sé e sé.

Camminando, com’era sua gioia fare, passava in rassegna le piante che incontrava, chiamandole con il loro proprio nome, riconoscendole e salutandole.
Fin quando giunse ai piedi del cespuglio della pianta di cui non ricordava il nome e si sedette ai suoi piedi.
Tutto intorno taceva. In lontananza voci allegre di piccoli topini.

Storia di un topino coda lunga e del suo prezioso erbario

Solo quando la compagnia di topini fu abbastanza vicina, il nostro piccolo amico poté riconoscere l’antico canto che gioiosamente quei piccoli topini stavano canticchiavano passeggiando lungo il sentiero.
Il topino si sorprese a cantare quel dolce canto.

Conservava quei semplici versi nel suo cuore:

Di dicembre è poi la volta
Fai silenzio ora e ascolta
Un girotondo noi facciamo
Tra rosse bacche canticchiamo
E con una giravolta,
Sciolta e disinvolta
Facciamo un profondo inchino
Ai piedi del grande Biancospino!

E quando giunse la strofa dedicata a dicembre, alla parola, Biancospino, una sensazione di profonda
leggerezza lo sollevò nell’animo.
Biancospino! Ecco il nome di quella meravigliosa pianta dalle rosse bacche che colora il sentiero in inverno.
Il Biancospino!
E così corse a casa a completare il suo erbario.

Storia di un topino coda lunga e del suo prezioso erbario

Il nostro amico fu talmente grato a quei versi di antica memoria, che decise di consegnarli alle pagine del suo caro erbario, che pensò di donare alla comunità per il Natale ormai alle porte.

Storia di un topino coda lunga e del suo prezioso erbario

P.S. L’erbario del nostro piccolo topino è tuttora consultabile presso la biblioteca di comunità. Viene letto e consultato ogni anno da tanti topini e topine, che grazie ad esso vivono più consapevolmente la ruota dell’anno, fieri e grati di poter dare un nome a tutto ciò che li circonda, poiché è solo dando un nome che riconosciamo e diamo luce a ciò che è creato, consegnandoli così la possibilità di esistere davvero.

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