Storia di una fedele amicizia
L’estate era ormai alle porte.
Per giorni e giorni le calde e piacevoli temperature avevano accompagnato i topini coda lunga in
giochi e piccole avventure all’aria aperta. Il campo di grano imbiondiva sempre più e gli alberi da frutto cominciavano a fare dono della loro abbondanza, fieri e desiderosi di nutrire.
Questi furono i giorni in cui, insieme ai papaveri rossi, una bella amicizia sbocciò.
Un topino e una topina coda lunga cominciarono a trascorrere intere giornate insieme.
Quante gustose merende ai piedi del grande cipresso! E che bello giocare a palla con le rotonde galle di quercia!
I due topini diventarono inseparabili, fino al giorno in cui una pioggerella di primavera, cominciò
lenta e silenziosa a cadere. Anche quel giorno i piccoli amici riuscirono ad incontrarsi per un tè, guadando il piccolo ruscello formatosi sul sentiero. Poi nella notte la pioggia cominciò a cadere copiosa, sempre più copiosa.
E fu così per tutta la notte. Il mattino successivo il ruscello che divideva i due topini coda lunga era diventato un vero e proprio fiume per i piccoli amici e guadarlo sarebbe stato molto imprudente.

Così da quel giorno (e per molti altri a seguire) i due topini furono costretti a rimanere nelle rispettive casine, senza potersi incontrare. Ma i giorni sembravano infiniti e la nostalgia cominciava a bussare alla porta del cuore con sempre più intensità.
Poi, un pomeriggio al topino coda lunga venne un’idea: costruire una barchetta per riuscire a trasportare sulla sponda opposta delle piccole cose che la topina tanto amava. Così prese una noce secchio e le legò una resistente e lunga fune. Corse al fiume e chiamò a gran voce la topina che sentendo la voce amica, corse immediatamente alla riva.
Prontamente prese la fune e tirò a riva la noce-secchio-barca. Un dolce pensiero l’attendeva: un bouquet di non ti scordar di me e una succosa fragolina di bosco.
Commossa dal gentile pensiero, la topina salutò l’amico e si congedò. Passarono i giorni e la pioggia sembrava non avere intenzione di cessare e così la topina, desiderosa di esprimere l’affetto al suo nuovo piccolo amico pensò di ripetere il gesto, affidando alla noce-secchio-barca una dolce mora e un croccante gheriglio di noce. Ma una barca che si rispetti ha bisogno di una vela e così, cucì una bellissima vela a righe bianche e blu alla noce-secchio-barca, che diventò una vera e propria: noce-barca.

E così trascorsero diversi giorni di pioggia, aspettando l’arrivo della mattina in cui, una calda luce diede il buongiorno ai piccoli amici. Il battere incessante della pioggia era ora sostituito da un concerto di cinciallegre felici e spensierate.
Nella notte l’acqua sul sentiero era di molto diminuita e non rappresentava più un pericolo per i due amici, che non aspettarono un minuto di più per riabbracciarsi.
L’esperienza di quei giorni aveva permesso loro di comprendere l’importanza dell’amicizia, rafforzando il loro fedele e sincero legame.

P.s le barche-noci sono ancora un sistema di trasporto per piccole cose molto utilizzato nel caso di
piogge importanti. Ed è molto divertente (e anche molto molto tenero) nei giorni di pioggia, poter osservare il via vai di tante barche-noci dalle colorate vele, intente ad unire i topini coda lunga con piccole cose che
rallegrano i cuor.